Stefano Rossi, psicopedagogista scolastico, formatore e autore di testi sull’innovazione didattica, ha sviluppato il Metodo Rossi della Didattica Cooperativa che si basa su format cooperativi che rendono semplice e coinvolgente la didattica per competenze.
Evoluzione nel tempo:
1) PRIMATO DI DIO: L’uomo si doveva elevare a Dio; l’arte era sacra; in famiglia il padre era il detentore del potere.
2) PRIMATO DELL’IO: L’uomo schiacciato dall’ombra di Dio vuole una felicità senza limiti. Nasce la morale della FELICITA’: Da quando nascono i bambini, i genitori vogliono la loro felicità ad ogni costo e per raggiungerla non pongono limiti.
COME SONO I GENITORI DI OGGI?
Esistono due tipi di genitori:
1) GENITORE GENERALE: Educa solo attraverso l’autorità, attraverso i NO e le regole. Non è un metodo funzionale, in quanto è privo di un contesto d’amore, fa sentire il bambino non amato.
2) GENITORE PELUCHE: Educa il bambino confondendo l’affettività con il permissivismo. Ha paura a dire “no”, perchè teme che il “no” possa incrinare la felicità del bambino.
Il genitore deve essere un GENITORE AUTOREVOLE, cioè capace di mantenere l’autorità, ma allo stesso tempo affettivamente presente. Inoltre deve essere un GENITORE INTELLIGENTE cioè capace di distinguere tra:
– CONFLITTI CHE CHIUDONO LA VITA: situazioni in cui il bambino è in pericolo, in cui serve un “no” fermo per proteggere il bambino.
– CONFLITTI CHE APRONO LA VITA:situazioni di scontro più minimali, in cui bisogna trasformare lo scontro in incontro.
COME TRASFORMARE LO SCONTRO IN INCONTRO?
METODO E.L.E.A:
1) EMPATIA: “La mamma ti vuole bene; mi dispiace che sei triste; è normale che sei triste perchè vorresti fare questa cosa…”
2) LIMITI: “Però ora questa cosa non la puoi fare; però ora ti devo dire di no”
3) EMPATIA: “Mi dispiace, ma devo darti dei limiti; ricordati che la mamma ti ama tanto”
4) ALTERNATIVA: Con un adolescente l’alternativa può essere capire insieme il cuore del problema. Con un bambino si potrebbe dire “Guarda che sono stanca, mi piacerebbe fare questa cosa con te, ma ora non posso, appena possibile la faremo.”
CI SONO REGOLE PER DARE BUONE REGOLE?
1)La regola deve essere semplice;
2)La regola deve essere proporzionata all’età;
3)La regola deve essere condivisa tra i genitori/insegnanti e devono essere codifesa;
4)La regola deve essere data prima (Non bisogna sgridare e poi dare la regola)
COSA FARE IN CASO DI REAZIONI D’IRA AUTOMATICHE?
Se il genitore ha spesso reazioni d’ira automatiche, è importante che capisca il PERCHE’. Come fare?
1) Bisogna capire COSA, DOVE e QUANDO le ha;
2) Deve riflettere su come la reazione incide sul cuore del bambino, su cosa prova il bambino durante queste reazioni d’ira;
3) Deve capire da dove deriva questa reazione (ES. I miei genitori si comportavano così con me?);
4) Deve capire cos’è quella cosa che lo fa “esplodere”.
Se dopo una autoanalisi, le reazioni d’ira continuano è necessario farsi aiutare da esperti.
COME ARRIVARE AL BAMBINO SE CI IGNORA E CI SFIDA?
“Vedo che mi ignori, c’è qualcosa che non va?”
“Il tuo comportamento mi rende triste. Sono triste perchè tu non mi ascolti.”
Bisogna sintonizzarsi sul COME ci fa stare il suo comportamento.
HANNO VALORE LE PUNIZIONI?
Quando un bambino viene punito, egli non riflette sul comportamento sbagliato, ma è arrabbiato, nutre un sentimento di vendetta.
La SANZIONE SOTTRATTIVA (Non puoi giocare, non puoi guardare la TV…) non insegna nulla al bambino.
Bisognerebbe utilizzare SANZIONI AGGIUNTIVE/RIPARATIVE, cioè fargli fare un’esperienza per riparare al suo errore.
Es. Adolescente torna tardi senza avvisare e rovina la cena ai genitori. Sanzione sottrattiva: non esci più. Sanziione aggiuntiva: domani ci preparerai tu la cena.
Se il figlio si rifiuta di eseguire la sanzione aggiuntiva, il genitore allora potrà utilizzare una sanzione sottrattiva (Non vorrei farlo, ma a questo punto sono costretto a toglierti il telefono/ TV..).
COME POSSONO FARE GLI INSEGNANTI CON BAMBINI OPPOSITIVI?
Un bambino oppositivo è un bambino diviso in due:
1) Mostro guardiano: non ascolta, non rispetta;
2) Bambino ferito: è un bambino con il cuore rotto, ferito, non si sente amato.
Il suo comportamento può essere un meccanismo di difesa, un grido d’aiuto.
E’ necessario creare un ponte con il bambino, stargli vicino, non abbandonarlo.
COME DARE IL NOME ALLE EMOZIONI?
Potrebbe essere utile creare in casa/scuola un angolo delle emozioni in cui inserire un cartellone con disegnato un albero delle emozioni (radici: emozioni più difficili; rami: emozioni più felici).
I bambini hanno una poesia nel cuore,che può essere una poesia di rabbia, tristezza, ansia, felicità. Bisogna prendersi il tempo di ascoltare questa poesia.
BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA:
“Didattica cooperativa e classi difficili” – Stefano Rossi
“Menti critiche, cuori intelligenti” – Stefano Rossi
LA REGOLA PRINCIPALE E’ L’AMORE!