Nella cultura occidentale vige l’idea che i bambini debbano dormire tutta la notte, senza risvegli. La scienza però evidenzia che il sonno è un fenomeno piuttosto complesso e che possiede una particolare fisiologia, in particolare nell’infanzia.
FISIOLOGIA DEL SONNO
Il sonno funziona a cicli: nel primo anno di vita ogni ciclo dura un’ora, successivamente un’ora e mezza\due ore. Accade che tra un ciclo e l’altro di sonno avvengano dei micro risvegli. Noi adulti in genere ci giriamo dall’altra parte e ripartiamo con un nuovo ciclo, senza ricordarsene. I bambini piccoli talvolta riescono a fare altrettanto, ma il più delle volte fanno fatica a riaddormentarsi tra un ciclo e l’altro e quindi chiamano gli adulti. Anche il bambino che dorme tutta la notte ha i micro risvegli ma può avere imparato a riaddormentarsi da solo o è predisposto da un punto di vista costituzionale (temperamento, ereditarietà). Fino ai 3 anni comunque i risvegli sono frequenti: la questione quindi non consiste in quante volte si sveglia il bambino di notte, ma quanto ci mette riaddormentarsi. Se ogni notte servono 30-40 minuti per riaddormentarsi possiamo chiedere consiglio al pediatra.
DURATA DEL SONNO
Il sonno possiede un’evoluzione nel ciclo di vita umano, per cui da neonati si ha più bisogno di dormire e man mano che si cresce il tempo di sonno decresce:
– neonato: 16-18 ore al giorno
– a un anno: 14 ore al giorno
– fino a 6 anni: 11 ore al giorno
– fino a 10 anni: 9 al giorno
-adolescenza: 8 ore al giorno
Ovviamente questi numeri sono indicativi, ciascuno è diverso dagli altri e si possono trovare quindi ampie variazioni, in genere più evidenti dopo i 6 mesi. Influisce Il temperamento e l’ereditarietà.
LE FASI DEL SONNO
Ogni ciclo di sonno è caratterizzato da alcune fasi:
– dormiveglia e addormentamento
– sonno profondo
– sonno Rem (fase del sogno)
– risveglio
Piu’ i bambini sono piccoli più prevale il sonno Rem (fase che ristora la mente) dove il sonno è più leggero rispetto al sonno profondo (fase che ristora il corpo). Intorno ai 4 -5 anni la durata di queste fasi tende ad allinearsi con quella degli adulti. Può succedere che i bambini si sveglino maggiormente nella seconda parte della notte, dopo le 3 circa, perché nella prima parte del sonno prevale il sonno profondo.
FUNZIONI DEL SONNO
I piccoli dormono di più in quanto il sonno assolve a diverse funzioni:
– favorisce lo sviluppo cerebrale
– favorisce la secrezione dell’ormone della crescita
– rafforza sistema immunitario
E’ importante che l’adulto rispetti i ritmi del sonno dei piccoli lasciandoli dormire per il tempo necessario, facendo gestire a loro la regolazione del proprio risveglio.
CAMBIAMENTI NEL RITMO DEL SONNO
Può succedere che un bambino sregolarizzi il suo ritmo di sonno.
Possono influire diversi fattori:
– dentizione
– inserimento al nido o alla scuola dell’infanzia
– svezzamento
– tensioni familiari
– nascita di un fratellino
– problemi fisici
– cambiamento delle routine, trasloco
– ripresa lavorativa della mamma
– quando inizia a camminare
CONCILIARE IL SONNO
Creare stabili routine di addormentamento: abbassare le luci, il tono di voce, fare il bagnetto, leggere un libro.
Le routine gli consentono di orientarsi e rassicurarsi in un momento che per lui significa separarsi dai propri genitori. Spegnere gli schermi 1 ora prima di iniziare la routine per la nanna, in quanto eccitano il bambino.
LETTONE SI, LETTONE NO?
Non esistono ricerche scientifiche che dimostrino che sia dannoso che i bambini, soprattutto nel primo anno di vita, dormano vicini agli adulti. Le linee pediatriche affermano che il co-sleeping diminuisce il rischio di morte in culla, favorisce l’allattamento, rafforza la relazione soddisfacendo un bisogno primario del bambino. Ogni famiglia valuterà la scelta in base alle proprie esigenze e ai propri bisogni. L’importante è che se si decide di far dormire il bambino nella stanza dei genitori, egli disponga di un proprio lettino o di una propria culla da mettere vicino al lettone.
PAVOR NOTTURNI (sonnambulismo)
Sono manifestazioni fisiologiche legate al funzionamento del sistema nervoso: non indicano un disturbo e non hanno origine emotiva, ma spaventano molto i genitori. Iniziano intorno ai 2 anni e si estinguono intorno ai 4-5 anni, Ma talvolta proseguono fino ai 12. Colpisce il 3% dei bambini. Il bambino si sveglia, si tira su, a volte ha agli occhi aperti, piange, non sente quello che gli diciamo. Non dobbiamo svegliarlo, ma possiamo stargli vicino fisicamente. Quando la fase finisce, riprenderà a dormire e non ricorderà nulla. Può accadere un unico episodio o presentarsi con regolarità. Può durare pochi minuti, ma anche mezz’ora.
BIBLIOGRAFIA
– “Bésame mucho. Come crescere i vostri figli con amore” di Carlos González
– “Facciamo la nanna: Quel che conviene sapere sui metodi per far dormire il vostro bambino” di Grazia Honegger Fresco
– “I cuccioli non dormono da soli” di Alessandra Bortolotti
– “E se poi prende il vizio?” di Alessandra Bortolotti