C’era una volta, in una città molto grande, una famiglia ricca che viveva in una casa enorme e luminosa. Un giorno, mentre passeggiavano per le vie affollate del centro, i bambini videro qualcosa che li turbò profondamente: uomini e donne accasciati su se stessi, avvolti in stracci logori, che dormivano sulla fredda pietra.

“Mamma, chi sono quelli là?”, chiese il figlio con voce tremante. “Sono persone che non hanno una casa, tesoro”, rispose la madre con dolcezza. “Ma non hanno freddo?”, incalzò la figlia, stringendo forte il suo peluche. “Sì, cara, hanno molto freddo”, confermò il padre, il cuore stretto dalla compassione. “Possiamo portare loro una coperta?”, propose il figlio. “E anche del cibo!”, aggiunse la sorella, gli occhi lucidi. I genitori si scambiarono uno sguardo. “Certo, miei cari”, risposero, “ma per farlo dovrete rinunciare a qualcosa”. I bambini si guardarono incerti, poi annuirono con determinazione.

Quel Natale, mentre la famiglia si preparava alla festa, pensavano sempre a quelle persone sole e abbandonate. Sentirono nel cuore il desiderio di condividere la loro fortuna e decisero di portare loro un po’ di calore e di speranza. Con delle coperte calde, del cibo e delle bevande calde, si avventurarono nelle strade più buie della città, alla ricerca di chi aveva più bisogno.

Intanto, in un angolo nascosto della città, un gruppo di persone viveva per strada. Erano uomini e donne di ogni età, accomunati dalla sfortuna e dalla solitudine. Ogni giorno era una lotta per sopravvivere, e il Natale sembrava una festa lontanissima dalla loro realtà.

“Amici, svegliatevi, è mattina”, disse un uomo anziano, cercando di scuotere i suoi compagni dal torpore. Ma la stanchezza e la disperazione li avevano resi apatici. “Lasciatemi dormire, sono stanco”, gemette uno dei più giovani. “Come sarebbe stanco? Non lavori!”, lo rimproverò l’anziano. “Dai, cerchiamo qualcosa da mangiare!”

Quella sera, mentre le famiglie benestanti si riunivano attorno a tavole imbandite, i senza tetto rovistavano tra i rifiuti, alla ricerca di qualche avanzo. Ma tutto ciò che trovarono furono bottiglie di plastica e cartacce.

“Che triste il Natale senza un albero”, sospirò uno dei più giovani. “Perché non proviamo a costruirlo con quello che abbiamo?”, propose un altro. E così, con pazienza e ingegno, iniziarono a decorare un piccolo albero con stracci colorati e bottoni trovati tra i rifiuti.

Proprio mentre stavano ammirando la loro creazione, sentirono delle voci e delle risate. Erano i bambini della famiglia ricca, che avevano portato loro doni e cibo. I senza tetto furono sopraffatti dall’emozione.

“Grazie, amici, questo Natale è davvero speciale”, disse l’anziano, gli occhi lucidi di commozione.

In quel momento, apparvero degli esseri luminosi, con ali bianche e volti sereni. Erano gli angeli, venuti a celebrare il vero senso del Natale: l’amore, la solidarietà e la speranza.

“Questo è il vero senso del Natale”, sussurrarono gli angeli, “stare insieme e volerci bene”.

E mentre la città si addormentava sotto la luce delle stelle, in quel piccolo angolo di strada, si celebrava il Natale più bello e autentico che si potesse immaginare.