Il bullismo può emergere con difficoltà nella fascia d’età 0/6 ma già a 4/5 anni vi possono essere delle forme lievi di violenza psicologica tra bambini che non si identificano con gli scherzi dispetti o altro perché si parli di violenza psicologica vi sono 2 aspetti :le ripetizioni dell’episodio violento e l’intenzionalità!
Il bambino intenzionalmente bullo promuove parole a danno di un altro al fine di trarre vantaggio , di spiccare per un tornaconto personale e di spiccare come leader.
La parola bullo deriva dall’etimo “bull” che significa trattare comune violenza simile a quella di un toro.
Sono forme che mettono peso e oppressione il che va ad opprimere la vita di un bambino gli creano un arredo gravoso difficile da sopportare per il bambino perché crea dispiacere.
Non sono solo parole perché un bambino di 4 anni che vive questo ha un effetto gravoso sul mondo interno del bambino che vive questa situazione.
Le statistiche del telefono azzurro dicono che un bambino su quattro ha sotto i 10 anni!
I bambini con questi comportamenti tendono a venire giustificati come forme di gelosia tra bambini ma se
invece la situazione è continua è bullismo.
All’interno della famiglia come forme di dispetto o gelosia dove prendono di mira 1 o 2 bambini come si esprime il bullismo??? Come scrive Accarino si sta diffondendo sempre più il bodyschaming ossia la derisione dell’aspetto fisico del bambino e il modo di vestire perché troppo alto troppo basso derisione per quanto riguarda l’estetica
etcc….
Come si esprime il bullo su un bambino più fragile o timido ???
Attraverso spintoni esclusione dai giochi di gruppo oppure ruba le cose, nasconde le cose di proprietà dell’altro bambino.
C’è un impatto forte sui bambini piccoli perché non hanno abbastanza strumenti per elaborare gli effetti di questa forma di violenza .Le difficoltà che del bambino bullizzato è che non riesce a dare una traduzione di quello che gli sta accadendo quindi da un lato si sentono in colpa dall’altro hanno difficoltà a trasferire il parole il loro malessere e quindi soffrono in silenzio. Hanno difficoltà a capire quello che gli sta accadendo e quando i bambini tornano a casa da scuola e il bambino racconta l’accaduto al genitore lo tendono a minimizzare .
Noi adulti siamo più capaci di trovare inconsciamente soluzioni alle nostre sofferenze dei trattamenti (ad esempio farci una corsetta)i bambini NO ..
Ecco qui l’importanza dell’ascolto dei genitori e delle educatrici di un ascolto sensoriale è importante che il bambino riceva protezione e conforto se no cosa può accadere se questo non avviene!?
Che il bambino tenendosi tutto dentro prenda la via del corpo ossia vomito mal di pancia, un cambiamento a tavola con il cibo ed anche un cambiamento del comportamento quindi da vivaci a chiusi o viceversa…
Vi possono essere degli aspetti regressivi:più scambi affettivi con la famiglia soprattutto con la mamma, un senso di morbosità oppure il non voler andare a scuola con aumento di pianti e proteste .
È importante che questi fenomeni vengano letti come campanelli d’allarme.
Ma non ci sono solo bulli e vittime esistono anche gli spettatori :cioè quelli che vedono ma che si sentono in colpa a riferirlo…ma è importante quindi che famiglia ed educatore si assumano la responsabilità di quello che accade….
Il bambino piccolo è più incentivato a raccontare se noi adulti siamo disposti ad ascoltare perché sono gli anni del nido e materna dove il bambino acquista fiducia nell’adulto e nelle figure al di fuori della famiglia!
I bambini più piccoli sono più la trasmissione dei valori ha maggiore incidenza quindi l’esempio dei genitori è fondamentale.
È importante che mamma e papà veicolino al rispetto, al dare il buon esempio alla cultura del buonsenso che si può dire di no senza che questo per forza porti a delle conseguenze!
Dobbiamo far attenzione ai discorsi in famiglia e ai mass media ,i bambini sono attratti dagli schermi alle parole alle azioni viste in tv o nei videogiochi e queste situazioni possono influenzare il bambino ad agire e promuovere comportamenti negativi.
Il bambino che patisce il fatto di non essere al centro dell’attenzione in famiglia e quindi può essere un bullo a scuola oppure dopo la nascita di un fratellino assieme ad altri fattori una serie di timori o rabbie che vanno a schiacciare su una pressione affettiva soprattutto se il bambino non ha riscontro in famiglia se la famiglia non lo considera il bambino può prevaricare poi sull’ambito scolastico. Ma il bullismo ha un periodo che poi finisce.
I primi anni il bimbo fa esperienza su come poter amare e come poter odiare entrambe le pulsioni devono essere accolte dalla famiglia è importante che impari a fidarsi delle sue buone risorse e dell’appoggio e aiuto della famiglia.
In che modo si può invece aiutare una vittima a difendersi dal bullo?
È fondamentale che la famiglia lo ascolti che il bambino possa affidare al genitore le proprie parole .
Sta nell’adulto trovare le parole adatte per proteggerlo e confortarlo. Un ottimo metodo ad esempio sono le favole che aiutano sia vittime che bulli :
– “Aiutare i bambini che fanno i bulli” – Ed. Erickson
– “Tea e il bullo “- Ed. Giunti
– “Non mi fai paura “ – Ed. Oscar & Co.