Il titolo è una provocazione!
L’interpretazione vera e propria del disegno di un bambino o di una persona è di competenza di esperti che si occupano di analizzare a fondo il disegno, andando ad eseguire test per la personalità del b.no o dell’adulto e rilevando eventuali disagi o disturbi.
Lo sguardo nostro invece, è quello di andare a guardare il disegno, osservare un po’ oltre… Possiamo parlare quindi di: “LETTURA DELL’INTERPRETAZIONE DEL DISEGNO “
Il DISEGNO LIBERO è UN GIOCO !!
Ci offre degli indici importanti del proprio mondo interno, delle emozioni, delle esperienze e conoscenze: il bambino attraverso il disegno comunica.
12 MESI: intorno a questa età indicativamente, il b.no prende in mano per la prima volta una matita colorata e questo provoca nel b.no STUPORE (come il primitivo quando ha scoperto di poter lasciare il proprio segno, la propria traccia nelle caverne); è un gesto inconsapevole, in quanto il b.no scopre, per caso, un nuovo utilizzo di uno strumento.
Con il passare del tempo nasce la VOLONTA’ NEL BAMBINO DI VOLER COMUNICARE attraverso i propri disegni. La capacità grafica è parallela allo sviluppo cognitivo: SVILUPPO del DISEGNO = SVILUPPO PSICOMOTORIO
Possiamo infatti distinguere alcune fasi di sviluppo del disegno, in linea alle fasi dello sviluppo psicomotorio.
Man mano che il b.no prende confidenza e sperimenta con il nuovo strumento, va a perfezionare la coordinazione OCCHIO-MANO che si svilupperà in seguito.
FASI DELLO SVILUPPO DEL DISEGNO
1. LO SCARABOCCHIO DISORDINATO
E’ la prima fase dello sviluppo del disegno di un bambino. Si possono individuare delle caratteristiche grafiche:
– Centrifugo = il b.no inizialmente partirà dal punto più vicino a sé, al suo corpo e si allontanerà in su, attraverso movimenti circolari, a modo di centrifuga
– Omolaterale = prevalentemente se il b.no impugna la mano dx andrà a colorare la parte dx del foglio e viceversa N.B. il b.no tra 12/18 mesi non è ancora consapevole, non ha deciso ancora quale mano utilizzerà NON C’E’ ANCORA LATERALITA’
– No controllo occhio-mano =il b.no non ha ancora il controllo dello sguardo sui movimenti della mano, per cui lo scarabocchio si costruisce attraverso linee e tratti disordinati, ognuno nella propria direzione. Prevale la motricità.
– Pura scarica motoria=siamo ancora nella fase della scoperta
– No intenzionalità= la rappresentazione non è intenzionale
2. SCARABOCCHIO CONTROLLATO
Il disegno comincia ad essere auto-espressione del bambino:
– attività di coordinazione motoria
– coordinazione occhio-mano
– capacità di disegnare forme circolari o in ogni caso chiuse e staccate fra di loro
3. STADIO PRESCHEMATICO (2-6 anni)
– Cefalopode o omino testone : intorno ai 2 anni (2-6 anni) il b.no è capace di disegnare il cosiddetto omino testone proprio perché con la testa il b.no fa tutto quello che gli interessa e che appartiene al suo mondo e alle sue emozioni: comunica con gli altri, parla, guarda, viene guardato, mangia, piange, ride… Con gli arti, attaccati al testone, si muove nell’ambiente e si relaziona con gli altri.
– L’uso del colore è legato alle emozioni, dato dalle esperienze dirette vissute dal bambino.
4. REALISMO MANCATO
Il b.no vuole rappresentare elementi della natura ma manca l’obiettivo perché incontra alcuni ostacoli tipici di questa fase evolutiva, tra cui:
– maldestrezza grafica (fattori motori): spesso il b.no disegna cose diverse da quello che si era proposto
– incapacità di sintesi: la non percezione delle dimensioni, proporzioni degli oggetti e mancanza di coordinazione fra le varie parti del disegno
– discontinuità e esauribilità dell’attenzione: il bambino si distrae facilmente
Questa è la fase in cui il b.no mostra all’adulto il proprio disegno e si sente dire “Che bello!” e subito dopo “Cos’hai disegnato?” = l’obiettivo del b.no è mancato perché egli non riesce a rappresentare l’oggetto che vorrebbe.
5. STADIO SCHEMATICO (6-8 anni)
Compaiono schemi grafici ben definiti per ogni oggetto, legati al concetto che il b.no se ne fa, sono strettamente individuali e cambiano in relazione allo SVILUPPO INTELLETTUALE(=in base anche alle diverse esperienze proprie di ogni b.no)
– linea di base: il b.no ha una maggiore precisa consapevolezza dei suoi rapporti con l’ambiente (prato, cielo..). Viene prodotta prevalentemente per imitazione, in quanto si tratta di un elemento nuovo che attrae l’attenzione del b.no.
– convenzionalizzazione del colore: il cielo è sempre blu, l’erba è sempre verde, i tetti delle case sono sempre rossi
6. REALISMO INTELLETTUALE
Il bambino rappresenta non solo gli elementi concreti non visibili, ma persino elementi astratti esistenti soltanto nella sua mente. Il realismo intellettuale, quindi, si differenzia dalle altre fasi per il suo carattere più marcatamente conoscitivo, in quanto rappresenta sia gli elementi visibili che quelli nascosti di un oggetto.
– Trasparenza: il bambino è motivato a disegnare ciò che conosce, la realtà così come la conosce. Esempio dell’albero con le radici = il b.no disegnerà non solo l’albero così come lo vede, ma sapendo che sotto terra ci sono le radici, disegnerà anche le radici, nonostante queste nella realtà non si vedono.
7. REALISMO VISIVO (8-9 anni)
Il bambino conforma gli schemi grafici all’apparenza visivo fenomenica, alla fine del realismo intellettuale. Il b.no ha ormai acquisito una spazialità proiettivo-euclidea.
8. REALISMO NASCENTE (9-11 anni)
Il bambino supera il precedente schematismo grafico in una notevole varietà di formulazioni figurali.
-Scompaiono le trasparenze, le esagerazioni. L’acquisizione dei rapporti spaziali euclidei permette anche la realizzazione dello spazio tridimensionale
-Compaiono le sfumature di uno stesso colore: accetta, quindi, di dare sfumature alle proprie rappresentazioni nelle forme e nei colori
LE EMOZIONI NEI DISEGNI DEI BAMBINI
L’espressione delle emozioni nei disegni è veicolata dall’uso del colore; i b.ni piccoli fino a 6-7 anni utilizzano il colore in modo improprio, come scarica puramente emotiva, solo più tardi il colore sarà realistico.
In generale, il preferire un determinato colore o utilizzarlo in prevalenza nei disegni dà all’esperto la possibilità di cogliere vari aspetti della personalità.
La persona che preferisce (o che nei disegni utilizza prevalentemente):
- i colori caldi: è estroversa, fiduciosa nelle sue capacità, allegra, socievole
- i colori freddi: è introversa, poco fiduciosa, timida, tendenzialmente portato alla tristezza
Qual è il significato psicologico della scelta dei principali colori?
– ROSSO:è un colore ambivalente, è associato alternativamente all’amore o all’aggressività, alla passione o alla rabbia. Rappresenta la vitalità, vivacità, è il colore del cuore e del sangue; si manifesta nel b.no in modo impetuoso. É il colore delle EMOZIONI FORTI, legato al movimento corporeo, alla fisicità del b.no che esprime nelle sue relazioni con l’ambiente e con gli altri.
– GIALLO: esprime una vivacità INTELLETTUALE, in quanto indica il desiderio di comunicare, di gioire, del bisogno di novità, apertura al nuovo. É il colore del sole. La persona che lo preferisce è dinamica, aperta, vivace.
– VERDE: è associato alla natura, alla vegetazione e pertanto sarà molto presente nei disegni dei b.ni per rappresentare il prato, le colline, gli alberi e i boschi; indica costanza, equilibrio, compostezza. É il colore della CALMA e della TRANQUILLITA’. La persona che lo sceglie è matura, perseverante.
– BLU: è il colore del mare e del cielo. Indica RIFLESSIONE e SPIRITUALITA’, ma anche malinconia e INTROVERSIONE; la persona che lo predilige è calma, tranquilla. Come possiamo scegliere una lettura del colore rispetto ad un’altra? Ad esempio una tendenza a voler esprimere la riflessione, la calma, piuttosto che la malinconia? Attraverso una lettura globale del disegno e il contesto!
– VIOLA: colore secondario che deriva dall’unione del rosso e del blu; è il colore della SENSIBILITA’, del bambino inserito in un contesto “REGOLANTE”: ex: il b.no rosso che vuole esprimere la sua vivacità corporea ma la routine del contesto gli chiede di calmarsi, di essere tranquillo; utilizza insieme le emozioni legate al rosso e quelle legate al blu.
– MARRONE: é il colore della terra, legato alla maturità e alla fertilità; indica concretezza e materialità perché marrone è anche la corteccia degli alberi. La persona che lo sceglie è prevalentemente pratica, concreta e quindi matura.
-ARANCIONE: è il colore con cui il bambino esprime la propria vivacità in modo positivo, ovvero adeguato al contesto e alla situazione che sta vivendo. Deriva dall’unione del rosso e del giallo, per cui il b.no sa esprimere la propria vivacità e socievolezza a volte a livello corporeo, a volte a livello intellettuale e cognitivo, appunto perché il bambino è padrone delle proprie emozioni.
– ROSA:simboleggia la femminilità, ovvero la sensibilità.
– BIANCO:è il colore della PUREZZA, della pulizia e dell’innocenza. Nei disegni dei b.ni è ciò che resta di “non colorato” sul foglio. In relazione allo spazio grafico dove il b.no si esprime, la parte bianca che resta nel disegno, è lo spazio dedicato agli altri.
– NERO:in fisica il nero assorbe tutta la luce e non ne ritrasmette alcun colore =assorbe tutti i colori, per cui se il colore veicola le emozioni, =il nero assorbe tutte le emozioni. É il colore della notte, del mistero, del buio e il buio fa paura; nella società il nero è associato al lutto, alla morte ma anche alla trasgressività, alla ribellione, alla combattività e al bisogno di uscire dagli schemi.
Nel b.no il nero=rosso perché si distingue nettamente sul foglio, quindi legato al bisogno di esprimersi in modo più evidente, con sicurezza.
Quando il nero può creare qualche dubbio, preoccupazione nei disegni? Quando si associa ad una regressione rispetto ai disegni precedenti del b.no e quando si associa soprattutto ad altre manifestazioni di un eventuale disagio.
Altri elementi attraverso cui il b.no esprime le proprie emozioni nei disegni sono:
TRATTO:
– sicuro= libertà di muoversi;
– tremolante= indecisione, paura di esplorare, paura di essere disapprovato, paura di fare esperienze
PRESSIONE: il gesto grafico può essere leggero o marcato
– pressione leggera, poco marcata=natura sensibile;
– pressione più marcata= energia, vitalità, necessità di spazi per muoversi
L’IMPUGNATURA:
– un’impugnatura morbida ed ergonomica sta ad indicare una pressione normale e quindi una tensione emotiva nella norma (linee curve)
– un’impugnatura marcata, costretta sta ad indicare una marcata attenzione emotiva (linee spezzate)
DISPOSIZIONE NELLO SPAZIO: il b.no che sta bene nel suo ambiente, che vive bene le sue relazioni nell’ambiente, che non ha paura di fare nuove esperienze, è un b.no che si muove tranquillamente nello spazio.
– Spazio vissuto = Spazio grafico (il b.no si muoverà altrettanto in modo sicuro e le sue rappresentazioni grafiche, tendenzialmente, occuperanno tutto lo spazio del foglio). Il b.no piccolo occuperà quasi tutto il foglio, mentre il b.no più grande, dai 6 anni in su occuperà ¾ del foglio.
LE PAURE NEI DISEGNI DEI BAMBINI
I disegni sono espressioni del mondo interno del bambino, dove prevalgono le emozioni legate alle esperienze e alle conoscenze.
Cos’è la PAURA?
-É un MECCANISMO AUTOPROTETTIVO, legato all’istinto di sopravvivenza e si manifesta ad ogni età.
-Le paure riescono ad attivare alcune reazioni che servono a difenderlo dai potenziali pericoli che provengono dall’ambiente.
-È un’emozione normale, però difficilmente gestibile e anche difficilmente comprensibile da parte dell’adulto: tante volte non riusciamo a metterci in sintonia con una paura del b.no e la ns reazione iniziale è quello di rassicurarlo, o almeno tentare di rassicurarlo dicendogli che non c’è niente di cui aver paura ed è proprio questo tentativo di rassicurazione che fa sentire il b.no più solo perché oltre a continuare ad aver paura, non si sente compreso nella sua paura, non si sente riconosciuto nel suo stato d’animo.
Come il bambino può rappresentare le paure nei suoi disegni?
Nello SCARABOCCHIO:
– occupazione dello spazio (il b.no tende a disegnare in zone ristrette sul foglio = il b.no che ha paura non si muove liberamente nello spazio, per cui questo si può notare anche nello spazio grafico
– pressione sul foglio (marcata, movimenti irregolari vigorosi che saranno tendenzialmente disposti su un’unica parte del foglio)
– forma prevalente (aspetto “a gomitolo” negli scarabocchi)
Nei DISEGNI:
– eccessivo annerimento (su tutto il disegno o su alcune parti delle rappresentazioni)
– figure scure e grandi
– parti mancanti
I CONTESTI IN CUI GLI ELEMENTI DI LETTURA DEL DISEGNO POSSONO ESSERCI UTILI
– gioco: il disegno è un gioco e dove il b.no si sente libero e soprattutto non avverte la necessità dell’adulto di capire qualcosa attraverso i suoi disegni, non viene data una consegna particolare, ma il b.no sceglie il disegno come gioco libero, allora c’è => COMUNICAZIONE SPONTANEA ,genuina del mondo interiore del bambino; => CONOSCENZA importante
Dove?
– a casa, a scuola
– nei momenti “critici” (nascita fratellino, distacco dalla mamma, separazione genitori, lutto, malattia, abuso)
– in clinica
– nelle perizie (abuso, affido)
In questi contesti il disegno diventa un importante indicatore dello stato d’animo del bambino e sarà letto nella sua complessità!